mercoledì 20 febbraio 2019

RELAZIONE SULL'INTERVENTO DI SCAVO EFFETTUATO DALLA SOPRINTENDENZA DI TARANTO DAL 7 AL 28 MAGGIO 1980


La relazione completa è in mio possesso (appena possibile la pubblicherò su questa pagina)



a pag. 5 della relazione, è riporto un importante dato: un interessante pesetto da telaio con il bollo su entrambi i lati  - una sfinge alata



Il sigillo come strumento dell’amministrazione e specchio della società

Il peso da telaio è stato bollato con un anello, appartenente ad una famiglia della peucetia? Oppure Messapica, Greca o addirittura di altra stirpe. Le sfinge erano raffigurazioni Egiziane e Greche.
 
 
Ecco l'interessante risposta del Prof Alastair Small

Gentile Sig. Zullo

Rispondo prima a questo, della sfinge. Grazie della bella immagine. E` un buon pezzo. Non conosco un altro peso bollato con una sfinge. Il motivo è` assai ben conosciuto, comunque, in castoni del V e IV sec. a.C., come nel esempio allegato (da Gisela Richter, Catalogue of the Engraved Gems in the Metropolitan Museum of Art, New York (1956), pl. XLIX, 190). La sua sfinge è stata bollata con un castone del genere, ma la forma della sfinge è` piuttosto attenuata, e quindi databile più probabilmente nel IV che nel V sec.

Il motivo della sfinge seduta (come questa) divenne il simbolo della polis greca di Chios nel Mar Egeo, e i chioti bollavano spesso le loro anfore vinarie con una sfinge del genere di solito accompagnata da un'anfora. Ma nessuna comunità` italica o italiota l'utilizzavano come simbolo della polis. Non escludo la possibilità` che una famiglia peuceta del periodo l'espropriava come simbolo personale, ma non credo che sarebbe stato ampiamente conosciuto.

 
Cordiali saluti  Alastair Small




 Gentile dott. Zullo,
grazie per questo magnifico esemplare. Non avevo nemmeno io mai visto una raffigurazione di questo genere su peso da telaio e certamente non è un semplice motivo iconografico. NOn mi è chiaro il contesto di rinvenimento: due insediamenti di che natura? Domestica, cultuale? Cosa? Mi sembra comunque che Lei abbia intrapreso un ottimo filone di approfondimento. Certamente va approfondita la simbologia della sfinge e chi e perché ne fece uso. Il contesto è fondamentale per capire il suo signoficato.
Mi tenga aggiornata e ricordi che dirigo una rivista di fascia A on-line. Se dovesse servire può sempre presentare un contributo lì. Essendo il ritrovamento legato agli scavi sarebbe adatto
un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro
Helga
Helga Digiuseppe (archeologa svizzera)

Considerazioni del Prof Antonino Facella
Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia
Università di Genova
Via Balbi, 2 - 16126 Genova

Buongiorno sig. Zullo,
non l'ho contattata perché, pur avendo letto il resoconto di scavo, non saprei cosa aggiungere a quanto dettole da Helga di Giuseppe. Bisognerebbe capire il significato della sfinge in quel contesto. Di solito la sfinge si riferisce al passaggio all'aldilà, ma può avere anche altri significati. Nel nostro caso, il simbolo deve essere riferito a chi era proprietario del telaio, ma è quasi impossibile per noi capire che cosa volesse significare per lui/lei. Le consiglio di cercare in qualche testo aggiornato di mitologia classica se ci sono studi sul significato del simbolo della sfinge in contesti indigeni ellenizzati dell'Italia meridionale, o in generale sul significato della sfinge.
Altro non saprei dirle al momento.
Se mi venisse in mente qualcosa glielo riferirò subito.
 
Diversamente solo le considerazioni del mio amico Auro Pampaloni, coautore del libro sull'antica Lupatia, lui, dopo aver fatto approfondimenti ,cosi commenta:
 
Certo è che la sfinge riprodotta presenta somiglianze con quella di Chiusi.

 
particolare
 



 

TAVOLE DI SCAVO


L’abitato moderno di Santeramo era impostato su di un’area di frequentazione antichissima.
Costituito da strutture murarie con andamento curvilineo. Le fondazioni erano formate da tre allineamenti affiancati di blocchi calcarei informi, con spessore delle fondazioni di cm 30-40. Pavimento battuto in concotto e tufina.
La Dimensione: mq 28
Fu rinvenuto un fornello costituito da sottili strati sovrapposti di pietrisco, argilla e carbone, poggianti su di un piano di piccole lastre calcaree, sovrastante una grossa chiazza di cenere e carbone (nella relazione dello scavo)

CRONOLOGIA: IX –VIII sec. a.C.


L’insediamento peuceta di Santeramo, appartiene alla tipologia dei centri situati all’interno (entroterra) si sviluppò sul promontorio che dominava tutta l’area circostante, posizione geografica di controllo, sfruttando quelle che erano le caratteristiche idrogeomorfologiche del terreno, in corrispondenza dei territori fertili, solchi torrentizi o bacini di raccolta delle acque piovane, le lame e, in presenza di antiche cavità carsiche (GROTTE). E’ accertata la presenza dell’antico lago carsico.

Come tutti i centri Peuceti, l’antica Lupatia era caratterizzata dalla necropoli che si estendeva nei pressi,  ma distinta dall’abitato, vero e proprio. Le necropoli erano sentite come aree appartate, rispetto agli spazi riservati all’insediamento, questa pratica durerà fino alla metà del VI sec.
Successivamente, l’organizzazione della città di Lupatia, a seguito dell’attività agricola, molto probabilmente si sviluppo “a macchia di leopardo”, costituiti da nuclei abitativi a carattere sparso e, differenziati, da un numero limitato di capanne, non molto lontane le une dalle altre, inframmezzate da spazi vuoti. Praticamente vi era un nucleo centrale e vari nuclei minori.
Questa tipologia è confermata dalla pratica funeraria di seppelimento vicino alle abitazioni. 




materiale rinvenuto in zona convento

E' stato tutto segnalato da me alla soprintendenza di Taranto nell'agosto 2010