mercoledì 11 maggio 2016

epigrafe di santeramo - Velasius


Chi poteva essere il “v-ELASIU-s“ di anni 71 (epigrafe età imperiale) interpretato dal Mommsen?

ecco l'epigrafe:
D.M.S.
(v) ELASIV(s) * secondo il Mommsen
IMITIV
A - LXXI
ASI S - G
NVS - PA
B.M.F.

epigrafe rinvenuta in Puglia al confine con la Lucania (Santeramo)

Velasii, origine pompeiana (?)289, 1 attestazione:

􀀁 territorio di Caelia / Azetium (?), Santeramo in Colle

[--- V]elasiu[s] [Pr]imitiv[us], [Vel]asi[u]s G [- - - ]nus, I-II sec. d.C.

CIL IX, 6172, nonché qui § VII.1, n. 16.

289 Il gentilizio Velasius, non altrimenti attestato nella regio II e localmente, appare comunque raro: oltre che in questa iscrizione, i Velasii sono attestati in una iscrizione da Pompei (CIL IV, 9050a), in due iscrizioni parietali da Pompei (CIL IV, 9613; X, 1041) e in una iscrizione da Roma (CIL VI, 21355).

 
alcuni commenti:
DMS = Diis Manibus Sacrum
[V]ELASIV[S = Velasius
]IMITIV[ = [Pr] imitiu [s] ?
A-LXXI = annorum LXXI
HSE = Hic Situs Est
ASI[ ]S-G =Asi[niu]s ?
NUS-PA =??? – pa[tri suo] / pa[trono suo]
BMF = Bene merenti fecit

Attestazioni in epigrafia.
D.M. (senza S) e B.M. (senza F) sono già presenti in iscrizioni del I secolo (EDR 000007)
Il Sacrum di D.M.S. entra nel terzo secolo (EDR 000058). E nella stessa regione (Apulia = II ) dato che la lapide in oggetto è probabilmente quella che è stata trovata a Santeramo (BA).
Anche il “Bene merenti fecit/fecerunt/posuit” è attestato in lapidi del III secolo, stessa regione.
NVS non credo possa essere un’abbreviazione, mi convince di più che sia il termine di un nome in –anus/-enus, della riga precedente, ipotizzando il trattino come fine frase. Se fosse così, si potrebbe leggere:
ASI[ lacuna]S
G[lacuna?]NUS (Gallienus?)
PA
BMF
Ulteriori indagini. Credo che il Mommsen abbia preso un abbaglio sul nome Velasius. Penso piuttosto che si tratti di Gelasius o di Celasius. Entrambi i nomi sono presenti nella Regio II (Apulia) in diverse iscrizioni sepolcrali coeve. Mentre Velasius solo in una singola lapide, zona di Pompei. Dove il VEL etrusco ha significato, stando a quello che ci racconta Strabone e cioè che Pompei sia stata fondata proprio dagli etruschi.
La risposta del Prof. Schmidt
CIL IX 6172

D(is) M(anibus) s(acrum) / [- - - V]elasiu[s] / [- - - Pr]imitiv[us] / [vix(it)] a(nnos) LXXI[3] / h(ic) s(itus) e(st) / [- - - Vel]asi[u]s G[- - -] / [3]nus pa[tri] / b(ene) m(erenti) f(ecit)


Sfortunatamente, non ci sono altri note su Velasius Primitivus e suo figlio Velasius G[- - -]nus.

Cordiali saluti, Manfred Schmidt


dopo accurate ricerche che:
 

a)      Il gentilizio Velasius, non altrimenti attestato nella regio II e localmente, appare comunque raro: oltre che in questa iscrizione, i Velasii sono attestati in una iscrizione da Pompei (CIL IV, 9050a), in due iscrizioni parietali da Pompei (CIL IV, 9613; X, 1041) e in una iscrizione da Roma (CIL VI, 21355);

b)      Nel Dizionario Comparativo Latino-Etrusco di Massimo PITTU:

Velasius antroponimo da confrontare con quello etr. Velasna;

c)       W. Schulze, Zur Geschicte lateinischer Eigennamen, repr. Zürich - Hildesheim 1991, 103: Cf. Etr. velasnei CIE

d)       Velasius risponde non velasei ma velasnei (Studi Trentini di scienze storiche-Vol. 9 e 10 pag 15);

e)      La gens Velasna La donna sepolta nella tomba dei Papsina è una Velasnei Viscenei (studi etruschi , Vol 72, pag 175);

 
Al riguardo, è ipotizzabile che quel Velasius e suo figlio (epigrafe, arco temporale  I-II sec d.C) appartenessero a gente di origine etrusca??(antichi Commercianti che utilizzavano il corridoio adriatico),come relitto linguistico etrusco.
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 


 
 

 
 

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