di Vito zullo
Questo scritto ancora una volta vorrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di augurare
l’elaborazione di un progetto di ricerca sistematica nel nostro territorio.
La vasta area delle masserie Di Santo e Bonifacio era già stata segnalata alla Soprintendenza Archeologica di Taranto dall’allora Ispettore Onorario Prof. Gianni De Santis:
Nei pressi delle masserie Di Santo e Bonifici abbondano le tracce di un sito ellenistico, l’area restituisce
contrappesi fittili per telai da tessitura, anche sigillati, cucurbitulae, frammenti di ceramica arretina
unitamente a grandi quantità di ceramica decorata per lo più a motivi geometrici o dipinta a vernice nera
lucida, ed a oggetti d’uso comune come lucerne fittili e macinelli. (rivista mensile Partecipare n. del
Monumenta Maiorum – Appunti per un bilancio delle emergenze archeologiche nel territorio di Santeramo).
La scoperta a fine maggio del 2009, di varie tombe antiche in territorio di Santeramo da parte del
gruppo di volontari della locale Archeoclub, continuamente impegnati a proprie spese. Le
sepolture risalgono a due tipologie di periodi di cui il primo è del VII-VI e l’altro del IV secolo a.C.,
perfettamente allineate, alcune secondo gli assi Est-Ovest e, altre orientate a Nord-Sud, segno
della sovrapposizione di più civiltà in una zona ricca archeologicamente e più volte segnalata alla
Soprintendenza competente. La tomba più antica appartiene certamente al periodo preellenico,
perché relativa al villaggio indigeno, preesistente all’istallazione di coloni greci. Le tombe
preelleniche appartengono a una comunità della cultura meridionale delle tombe a fossa con
lastrone di copertura, della prima età del Ferro.
Le tombe rinvenute in un uliveto sono della stessa tipologia sepolcrale dell’area archeologica di
monte Sannace, pertanto della stessa epoca : tombe a terragna, tombe a sarcofago polilitico
Tomba a terragna scavata nella nuda terra.
Oltre alle sepolture sono venute alla luce resti di abitazioni. La zona presenta i segni di un grande
insediamento di antiche popolazioni greche sovrapposte a locali indigeni. L’area interessata è estesissima e le tracce si riscontrano su tutta una superficie di circa 30 ettari. L’insediamento aveva, sicuramente, un nome e dai manufatti riscontrati sia in passato sia attualmente, doveva trattarsi di una città Peuceta con influenza Messapica, poiché situata ai confini delle due zone, edoveva essere di notevole importanza.
Pesi da telaio ( depositati museo Archeologico Altamura)
Complimenti, sono anche io un appassionato della storia del nostro paese, leggo sempre con molto piacere i suoi articoli, continui così.
RispondiEliminaErasmo Labarile