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martedì 1 settembre 2020

Tombe a fossa scavate nel banco roccioso


Il terreno in oggetto, attualmente coltivato a cereali e, per lungo tempo incolto, è localizzato sul tratturo peuceta che univa Monte Sannace a Sidwion ( Monte Sannace – Santo Mola – Santeramo/Lupatia – Casal 
Sabini – Altamura – Gravina). Siamo tra il IX e il VI secolo a.C. 

CENNI STORICI
L’organizzazione della città di Lupatia, a seguito dell’attività agricola, molto probabilmente si sviluppò “a macchia di leopardo”, costituiti da nuclei abitativi a carattere sparso e, differenziati, da un numero limitato di capanne, non molto lontane le une dalle altre, inframmezzate da spazi vuoti. Praticamente vi era un nucleo centrale e vari nuclei minori. Questa tipologia è confermata dalla pratica funeraria di seppelimento vicino alle abitazioni. 
Dello stesso avviso è l’autore Emile Benveniste: Il Vocabolario delle istituzioni indoeuropee , Torino 1976, pag 
268: “ il paese stesso ha avuto origine tra due lame situate all’interno di un folto bosco, a mezza costa dell’altura del Monterrone , e la sua nascita è legata ad altri due fenomeni tipici dell’ambiente murgiano: la presenza di un laghetto carsico e quella di grotte naturali.

NUCLEO CENTRALE DELL’ANTICA LUPATIA
Scavo effettuato dalla Soprintendenza dal 7 al 28 maggio 1980 nel centro di Santeramo (orti di Adelaide 
Giandomenico)
L’abitato moderno di Santeramo era impostato su di un’area di frequentazione antichissima.
Costituito da strutture murarie con andamento curvilineo. Le fondazioni erano formate da tre allineamenti affiancati di blocchi calcarei informi, con spessore delle fondazioni di cm 30-40. Pavimento battuto in concotto e tufina. La Dimensione: mq 28.
Fu rinvenuto un fornello costituito da sottili strati sovrapposti di pietrisco, argilla e carbone, poggianti su di un piano di piccole lastre calcaree, sovrastante una grossa chiazza di cenere e carbone (nella relazione dello scavo) CRONOLOGIA: signori IX –VIII sec. a.C.

VARI NUCLEI MINORI DELL’ANTICA LUPATIA (1° nucleo - zona Monterrone)

Nella zona del “Monterrone “quota altimetrica 496 s.l.m. e “Zona Convento, dai ritrovamenti di materiale greco-romano: otto vasi monocromi a decorazione geometrica, una cuspide di lancia di ferro di età romana, 
alcune daghe etc.etc. (materiale depositato al Museo Archeologico di Altamura). Si segnalano altre tombe, 
saccheggiate, rinvenute durante i lavori di edificazione urbana.

SITO - Tombe a fossa scavate nel banco roccioso ( 2° nucleo – zona via Altamura)

Cenni storici:

Nell’ottobre del 2005, da informazioni (ricevute nell’anno 2010), durante una tremenda alluvione (causò la morte di una intera famiglia di Santeramo, per crollo di un ponte in località Cassano), la violenza dell’acqua cagiono un profondo slivellamento del terreno su Via Altamura, portandosi con se metri cubi di fango (fig. 
Nell’ottobre del 2005, da informazioni (ricevute nell’anno 2010), durante una tremenda alluvione (causò la
morte di una intera famiglia di Santeramo, per crollo di un ponte in località Cassano), la violenza dell’acqua 
cagiono un profondo slivellamento del terreno su Via Altamura, portandosi con se metri cubi di fango.
(tombe a fossa)

Lo spostamento della massa di fango, mise a nudo, alcune tombe, situazione apparsa agli occhi del confidente 
all’indomani del nubifragio. Le tombe erano scavate nella roccia (visibile circa 8, ma ce n’erano molte altre 
ancora fortunatamente coperte) tutte allineate, prive di contenuto (corredo interrato naturalmente o 
asportato??), così ricorda l’informatore.
(tomba a fossa scavata nel banco roccioso)
A seguito della segnalazione avanzata dal sottoscritto, fu disposto, grazie al Soprintendente dott. Antonio De 
Siena, un sopralluogo. La dottoressa Donata Venturo (già direttrice del Museo di Altamura, ora in pensione), 
accertò e confermo la presenza di: Tombe a fossa scavate nel banco di roccia. Al riguardo, la dott.ssa Venturo riportò due relazioni, inviate alla Soprintendenza Archeologica di Taranto (ho richiesto le copie con formale istanza, a tutt’oggi non pervenute).
Delle tombe coperte e segnalate nel 2010, una (n. 1) si presentava svuotata (agli occhi dell’ Ispettore Onorario dott. Vito Zullo) alla data del 3 agosto 2020.
(Tomba svuotata)

Struttura e dimensioni della tomba a fossa

Si tratta di una fossa stretta ed allungata dall’estremità ovale, scavata nel banco naturale roccioso. 
Lunghezza circa 1,40 x 40 e profondità di circa 25 cm. Per le dimensioni si direbbe che trattasi di:
Inumazione rannicchiata – E’ il rito più diffuso nel versante adriatico ed è molto attestato in Puglia ed in Lucania. Il corpo veniva adagiato all’interno del sepolcro, su un fianco, con la testa su una guancia, le gambe flesse o iperflesse, spesso accavallate be le braccia portate in avanti o ripiegate sull’addome. Non è una regola 
assoluta, ma sembra che la scelta del fianco su cui adagiare il feretro fosse condizionata dal genere: le femmine sul sinistro ed i maschi sul destro.

Orientamento
Le tombe a fossa scavate nel banco roccioso sono orientate sia lungo l’asse N-S sia E-W. Gli uni sono perpendicolari alle altre.
In territorio italico, l’orientamento più diffuso nei periodi più antichi tra quelli considerati è N-S mentre a partire dalla metà del VI sec. si diffonde anche la disposizione lungo l’asse E-W.
In generale, comunque, sono utilizzati diversi orientamenti in tutti i periodi senza che si possa associare la diposizione del sepolcro o del cadavere del defunto al suo interno, ad un particolare genere o ad una classe di età.

STRUTTURA quadrangolare ( fig. successiva) 
ubicata all’interno del podere. Il sito risulta interessante, oltre per la presenza di frammenti e delle tombe a fossa, per il piccolo agglomerato rurale che sembra essere posizionato in un’area favorevole ad un insediamento antico.
Osservazione:
Le tombe a fossa si concentrano nelle zone più piane, la loro cronologia è fissata, secondo il materiale rinvenuto tra il IX e il VI sec. a.C.
Le tombe a fossa sono ricavate nella roccia calcarea, la fossa, in questione, è di forma curva, ellittica. Nelle fosse il corredo può essere riunito intono alla testa, ma si registra la tendenza a depositare i piccoli oggetti vicino al cranio e, i più ingombranti nella parte inferiore del corpo. I defunti, potrebbero (condizionale d’obbligo) essere tutti indigeni, poco “ellenizzati”, ma in rapporto fin dall’inizio con i commerci greci (solo uno scavo scientifico chiarirebbe la natura degli abitatori del territorio di Santeramo).

Aggiornamenti (27 novembre 2020)
Grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli, ho potuto prendere meglio le misure della fossa tombale.
Lunghezza cm 1,20 circa
Larghezza cm 40 circa
Profondità cm 30 circa .
La minore profondità è dovuta all'erosione nel tempo del banco roccioso.
LAME (frecce gialle)
Si sottolinea inoltre il fatto che nell’area sono ben visibili, sempre da foto aerea, due lame, ora interrate, che 
come è noto, costituiscono spesso un elemento significativo che indica la presenza di siti archeologici, a volte anche pluristratificati.

Conclusione:
Gli enti locali hanno un ruolo nella gestione del patrimonio culturale e, questo è individuabile anche nei loro bilanci, per cui possono destinare parte delle risorse alla sezione dedicata alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali.
Si suggerisce, per la messa in sicurezza del bene archeologico esistente ed evidente (tombe a fossa scavate nel 
banco roccioso) di perimetrare l’area, con paletti di legno uniti da corde e, un cartello
indicante: Tombe a fossa scavate nel banco di roccia. E’ opportuno, inoltre, una
videocamera.
Santeramo 13 agosto 2020
Dott. Vito Zullo
Ispettore Onorario.
Bibliografia
Le valli del Sele e dell’Ofanto attraverso l’evidenza funeraria in età arcaica e classica (625-325 a.C.)
Michele Scalici .







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