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domenica 24 maggio 2020

Specchio in Bronzo


Qualche anno passato mi capitò tra le mani, durante la mia attività di studio, un opuscoletto distribuito dal mensile locale Partecipare. In questo opuscoletto venivano descritti alcuni rinvenimenti trovati a Santeramo, tra cui uno specchio in bronzo.

Iniziai a verificare l'esistenza e, dopo un certo numero di giorni seppi che era stato consegnato al Museo di Altamura.

Dopo ottenuto l'autorizzazione dalla Soprintendenza di Taranto, mi recai al Museo di Altamura per fotografarlo (la foto allegata).

Ottenni su richiesta il verbale di consegna firmato dall'allora Ispettore onorario De Santis, sul quale la funzionaria archeologa dottoressa Donata Venturo, poi direttore del Museo, scrisse "falso".

A giudicare dalla vista NON sembrava essere falso.
Chiesi ai vari componenti dell'allora associazione dove avessero trovato quello specchio, ma nessuno mi diete una spiegazione logica.

Chiesi alla dottoressa funzionaria che prese in carico il manufatto del perché avesse scritto "falso". Ebbene mi rispose dicendomi che essendo di manifattura Etrusca e poiché gli etruschi non erano presenti in Puglia e Santeramo, era FALSO.

Spiegazione illogica e senza fondamento scientifico.

Ho iniziato a fare ricerche per trovare riscontri e, a contattare alcuni Autorevoli esperti....

Fermo restando le leggerezze nell’interpretare un manufatto su base soggettive, facendo ricerche ho riscontrato che i Greci hanno conosciuto tre tipi:

gli specchi con manico, gli specchi con supporto e gli specchi a scatola.

Quello in esame dovrebbe appartenere alla seconda categoria, quella degli specchi con supporto, fatti per essere utilizzati e appoggiati, sono frequenti nel VI e V sec. a. C., in particolare nella produzione peloponnesiaca . La parte che sostiene il disco e il suo zoccolo sono decorati con motivi simili a quelli degli specchi con manico: Cariatidi dal corpo fanciulle.

Ho contattato una delle autorevoli studiosi di specchi in bronzo, l'archeologa dottoressa Tonia Gianmatteo di Venosa, la quale dopo un approfondito studio mi ha comunicato:

Specchio in bronzo.

Santeramo in Colle (Ba)

Museo Archeologico Nazionale di Altamura.

Oggetto molto interessante e unico. Non si trovano confronti (editi). Particolare è la figura femminile del manico (della quale ci sono alcuni confronti), che nella raffigurazione rimanda all’arte greca, poggiata sulla base, che sembrerebbe (dalla foto è difficile capirlo con certezza) raffigurare una tartaruga (tra l’altro singolare anche in quanto poggiante). Le raffigurazioni sulla parte esterna del tondo sembrerebbero dei fiori stilizzati a rilievo alternati a scarabei (???). L’immagine rappresentata nel tondo (figura femminile stante di profilo, vestita con chitone e himation, con le mani sollevate probabilmente nell’atto di benedire o incoronare una figura maschile di profilo, raffigurata nuda, leggermente chinata nell’atto di accarezzare un cane, quasi al centro della scena) presenta caratteri iconografici tipici dell’arte greca arcaica. In particolare la figura femminile è raffigurata come una kore.

Kore


La produzione di specchi in bronzo è attestata in particolare per l’area etrusca e ci sono anche diversi casi di ritrovamenti in altre aree come oggetti di importazione. 

Tuttavia, anche in Calabria nel V-IV secolo a.C. sono documentati specchi in bronzo con manico, caratterizzati da uno stile figurativo influenzato in modo particolare dall’arte egea. Lo specchio in questione, dal punto di visa dell’iconografia, rimanda al mondo greco o magno greco. 

Non mancano, inoltre, documenti di specchi in bronzo di età romano-imperiale. Nella maggior parte dei casi sono stati ritrovati in contesti funerari.

Per quanto riguarda la produzione e la datazione, non risulta possibile avanzare ipotesi in quanto mancano confronti e non ci sono dati relativi al contesto di provenienza. Su base iconografica e stilistica, le raffigurazioni rimandano all’arte greca arcaica (oggetto di importazione???). Potrebbe anche essere un prodotto di manifattura etrusca, come emerge dal confronto tra le figure del manico:


 

In ogni modo la tartaruga era consacrata ad Afrodite e, la figura femminile nuda potrebbe essere lei.

Ricordiamo che anche Mercurio, aveva questa funzione di messaggero degli dèi ed aveva i sei segni sacri roku-jo, simboleggianti amicizia, fedeltà, carità, sincerità, contemplazione e saggezza, riconoscibili sulle linee del guscio, le cui celle esagonali erano stilizzate nel kikko, uno dei motivi più antichi usati dai samurai per ornare le vesti.

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