fonti:
a) Il
toponimo Sanctum Eramum compare per la prima volta in un documento “privilegio di
Costanza”, conservato, in originale, nel Tabulario
diSanta Maria la Nova, ed è datato Palermo 1196 dicembre, XVI
Ind.
b)La pergamena del 1180 (Codice Diplomatico Barese) descrive “un monastero
di Sant’Erasmo” nel territorio di Acquaviva, così come nel 1193, nel 1217, nel
1219 e infine nel 1249 (C.D.B.).Mentre compare l’agiotoponimo, ovvero il nome
del martire Erasmo a partire dalla pergamena del C.D.B. del 1249, dove
Innocenzo IV avverte l’arcivescovo di Bari che il monastero di sant’Erasmo è
reintegrato nel possesso della “villa di sant’Erasmo” e nella successiva
pergamena del 1255 diventa “casale di sant’Erasmo”.
Riguardo al Garufi, il documento del 1136 riporta le due
espressioni:
viam que venit a
Bitecto et vadit ad Sanctum Eramum
venit a gravina et vadit ad Sanctum
Eramum
Premesso che, entrambe sono strade preclassiche che portavano
sulla strada dell’eremo di
Sant’Angelo, la prima era il
percorso enfatizzato NORD-SUD (Trani-Santeramo-Viglione-Metaponto) la seconda
era il raccordo dell’antica via Peuceta che proveniente da NOCI, passava per
MONTE SANNACE-SANTO MOLA, SANTERAMO, proseguiva per CASAL SABINI, ALTAMURA ,
GRAVINA. Non c’erano altre strade
principali.
Entrambi periodi, utilizzano la preposizione “ad” (ad Sanctum Eramum). E’ possibile che la
preposizione “ad” indichi qualcosa tipo “Sulla strada per…..”, appunto, sulla strada della chiesa/ eremo /santuario/monastero di Sant’ Angelo
(Eremo micaelico Longobardo) , anziché riferito ad un agglomerato di
case, villaggio, casale, insediamento ecc. (quindi Santeramo come paese)
questa tesi dovrebbe
essere confortata dal seguente studio analitico:
a)
Il documento del 1136, è transunto del diploma
del 1196, per cui il 1136 dovrebbe
essere un falso, così come afferma il Prof.
Pietro DALENA: la falsità patente
del documento del 1136 è di ordine diplomatistico e giuridico;
b)
In un documento del 1195 C.D.B. (cioè un anno prima del 1196) riporta una
descrizione dettagliata del territorio di Santeramo, con vari toponimi dell’area,
di cui uno in particolare: que venit ad
lacumetanum et vadit ad curtem defica.
Il toponimo lacumetanum oggi Via Magna Grecia (dove abito ora) è, a circa un km
dall’attuale centro storico (paese vecchio di Santeramo), per cui se esisteva
un villaggio/casale/insediamento/agglomerato urbano, sarebbe stato menzionato
nel diploma e, sarebbe stato menzionato il nome di quel paese;
c)
Guidone, il cartografo Bizantino, che si presumeva
essere Pugliese per le sue conoscenze
del territorio, nel 1119 riporta ancora LUPATIA ( opinione comune tra gli
Autorevoli studiosi) ricordata nella Tabula Peutingeriana e nell'Itinerarium
Provinciarum di Antonino, da cui lo stesso Guidone, ricava le sue informazioni.
E’ probabile che l’insediamento conservasse ancora il relitto toponomastico di
LUPATIA (distrutta come le altre città della Peucetia), da cui Guidone ricava
l’informazione, diversamente avrebbe inserito altro nome indicando appunto il
luogo ove sorge l’attuale Santeramo.
Ora analizziamo un altro percorso storico contestuale, ai
fatti delle due pergamene ovvero del 1195 e 1196 (la 1136 è un falso).
Intorno al XII secolo è menzionato un monastero di
Sant’Erasmo , non si conosce l’esatta ubicazione, ma presumibilmente nel
territorio tra Acquaviva e Santeramo, quest’ultimo territorio, appunto di
Santeramo era di pertinenza di Acquaviva (Santeramo o altro toponimo non
esisteva). E’ affatto discrasico
l'accostamento al martire erasmiano il cui culto venne rinfocolato dalla fine
dell'XI secolo, nella nuova temperie politica normanna che favorì
l'aggregazione demica attorno a
luoghi di culto precedentemente bizantini che risultavano dismessi o
abbandonati del tutto (chiese monastiche, piccoli monasteri etc.).
Conclusione:
E’ probabile che i due toponimi: Santo Eramo (riferito
all’eremo S.Angeli) e Sancto Erasmi (riferito
al monastero benedettino a seguito della politica espansionistica normanna) si
siano avvicendati . Sulle carte rinascimentali era riportato S.ERMO o ERAMO,
mentre sugli atti notarili ed ecclesiastici S.Erasmi. Creando una confusione. Perfino
il Danti, riporta il toponimo S. Ermo, cartografo dai
colori vivaci, dalla perfezione del disegno,
dalla precisa denominazione
di luoghi, in greco e in latino, dalla posizione esatta dei luoghi, insomma
la realizzazione di una corografia esatta.
Resta il fatto che, Santeramo, trae il suo toponimo
originale da SANTO ERMO, ovvero Ermo (santo), e, non da Sant’Erasmo, che se
cosi fosse non avrebbe mutato in Santo Eramo (abbiamo casi di toponimi di Sant’Erasmo
che non hanno mutato in un millennio).
Anche sulle carte rinascimentali, a partire dal MAGINI, poi Gabriel, Sanson, Guillaume, Bodenehr
Le storie municipali e le fantasie intorno al martire
erasmiano, hanno contribuito ad
rafforzare la tesi della provenienza erasmiana.
Le
ideologie politiche e religiose con la loro presunzione, orgoglio e ignoranza,
hanno fatto e fanno disastri, manipolando la realtà, la deformano sul loro modello
artificiale e innaturale, stravolgono il senso storico delle cose. Intravvedono
cose inesistenti e non vedono le semplici cose che ci sono. La chiesa per
allargare i domini abbia volutamente “battezzato” con l’agiotoponimo una
comunità già esistente, "spegnendo" il significato del suo antico
toponimo.